
Annie Besant racconta un aneddoto del Maestro Nanak, che certamente vale la pena trascrivere.
"Quel giorno era un venerdì e all’arrivo dell'ora della preghiera, padrone e servitore s'incamminarono verso la moschea.
Quando il Kari (sacerdote musulmano) incominciò le preghiere, il Nababbo ed il suo seguito si prostrarono, come prescrive il rito maomettano.
Nanak invece rimase in piedi, immobile e silenzioso.
Terminata la preghiera, il Nababbo affrontò il giovane e gli domandò indignato:
-Perché non hai compiuto le cerimonie della Legge? Sei bugiardo e falso.
Non dovevi venire qui per rimanere come un palo.-
Nanak replicò:
-Voi vi prostravate, col volto al suolo, mentre la vostra mente vagava tra le nuvole, perché stavate pensando a portare i cavalli da Candar e non a recitare la preghiera.
In quanto al sacerdote, eseguiva automaticamente le cerimonie della prosternazione e contemporaneamente il suo pensiero era rivolto a salvare l'asina che partorì giorni fa.
Come avrei potuto pregare con gente che s'inginocchia per abitudine e che ripete le parole come un pappagallo?-
Il Nababbo confessò che effettivamente aveva pensato per tutta la cerimonia al progetto dell’acquisto dei cavalli. Per quanto riguarda il Kari, manifestò apertamente il suo dispiacere ed incalzò il giovane con molte domande.-
È realmente necessario imparare a pregare scientificamente; chi impara a combinare intelligentemente l'orazione con la meditazione otterrà dei risultati oggettivi meravigliosi.
Tuttavia è urgente comprendere che vi sono diverse preghiere e che i loro risultati sono diversi.
Esistono preghiere accompagnate da richieste, ma non tutte le preghiere le includono.
Esistono orazioni molto antiche che sono vere ricapitolazioni di eventi cosmici, di cui possiamo spe-rimentare l’intero contenuto meditando su ogni parola, su ogni frase, con vera devozione cosciente.
Il Padre Nostro è una formula magica di un immenso potere sacerdotale, ma urge comprendere totalmente il profondo significato di ogni parola, di ogni frase, di ogni supplica.
Il Padre Nostro è una preghiera fatta di richieste, un'orazione per parlare col Padre che è in segreto.
Il Padre Nostro combinato con la meditazione profonda produce dei risultati oggettivi meravigliosi.
Per chi li capisce con il cuore —per chi sa meditare— i rituali gnostici, le cerimonie religiose, sono dei veri trattati di sapienza occulta.
Chi vuole percorrere la via del cuore tranquillo deve fissare il prana, la vita, la forza sessuale nel cervello, e la mente nel cuore.
È urgente imparare a pensare con il cuore, depositare la mente nel tempio-cuore.
La croce dell'iniziazione si riceve sempre nel meraviglioso tempio del cuore.
Nanak, il Maestro fondatore della religione Sikh nella terra sacra dei Veda, insegnò il cammino del cuore.
Nanak insegnò la fratellanza tra tutte le religioni, scuole, sette, ecc.
Quando critichiamo tutte le religioni, o una in particolare, commettiamo il reato di violare la legge del cuore.
Nel tempio-cuore c'è posto per tutte le religioni, sette, ordini, ecc.
Tutte le religioni sono delle perle preziose infilate nel filo d'oro della Divinità.
Il nostro Movimento Gnostico è costituito da gente di tutte le religioni, scuole, sette, società spirituali, ecc.
Nel tempio-cuore c'è posto per tutte le religioni, per tutti i culti.
Gesù disse: -Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.-
Le scritture sick, come quelle di ogni religione, sono veramente ineffabili.
Tra i Sick è Omkara il primo essere divino, creatore del cielo, della terra, delle acque e di tutto ciò che esiste:
-Omkara è lo spirito primario, immanifestato, imperituro, i cui giorni non hanno né principio né fine, la cui luce illumina le quattordici dimore; egli è colui che conosce istantaneamente, il regolatore interno di ogni cuore.
Lo spazio è la tua potestà, il Sole e la Luna le tue lampade, l'esercito delle stelle le tue perle, o Padre! L'odorosa brezza dell'Himalaya è il tuo incenso. Il vento ti arieggia. Il regno vegetale ti rende tributo di fiori, o luce! A te gli inni di lode, o distruttore della paura! L'anatal shabdha [il suono vergine] risuona come i tuoi tamburi. Non hai occhi e ne hai a migliaia; non hai piedi e ne hai a migliaia; non hai naso e ne hai a migliaia. Questa tua opera meravigliosa ci fa uscir di senno. La tua luce, o gloria, è in tutte le cose! Da tutti gli esseri si irradia la luce della tua luce». Dagli insegnamenti del Maestro emana questa luce; egli è un Arati”.
Il Gran Maestro Nanak, in accordo con le Upanishad, comprende che Brahma, il Padre, è uno e che gli Dèi ineffabili sono soltanto le sue manifestazioni parziali, i riflessi della bellezza assoluta.
Il Guru-Deva è colui che è già un tutt’uno con il Padre (Brahma).
Felice colui che ha un Guru-Deva come guida e con-sigliere; beato chi ha trovato il Maestro di perfezione.
Il cammino è angusto, stretto e spaventosamente difficile; c'è bisogno del Guru-Deva, il consigliere, la guida.
Nel tempio-cuore troveremo Hari, l'Essere; nel tempio-cuore troveremo il Guru-Deva.
Ora trascriviamo alcune strofe sikh riguardanti la devozione al Guru-Deva.
«Oh, Nanak! Riconoscilo come vero Guru, il Benamato che ti unisce al tutto...»
«Cento volte al giorno vorrei sacrificarmi per il mio Guru
che mi ha tramutato in Dio in poco tempo».
«Anche se brillassero cento lune e mille soli, senza il Guru regnerebbero le profonde tenebre».
«Benedetto sia il mio Venerabile Guru che conosce Hari [l'Essere] e che ci ha insegnato a trattare ugualmente sia gli amici che i nemici».
«Oh, Signore! Favoriscici della compagnia del Guru-Deva, perché insieme a Lui noi, smarriti peccatori, possiamo fare la traversata a nuoto».
«Il Guru-Deva, il vero Guru, è Parabrahman, il Signore Supremo. Nanak si prostra davanti al Guru-Deva Hari».
In India un Samyasi del pensiero è colui che serve il vero Guru-Deva, che lo ha già trovato nel cuore, che lavora nella dissoluzione dell'ego lunare.
Chi vuole farla finita con l'ego, con l'io, deve annichilire l'ira, la cupidigia, la lussuria, l'invidia, l'orgoglio, l’accidia e la gola.
Solo mettendo fine a tutti questi difetti in ogni livello della mente, l'io muore in modo radicale, totale e definitivo.
La meditazione sul nome “Hari” (l'Essere) ci permette di sperimentare il reale, il vero.
È necessario imparare a pregare il Padre Nostro, imparare a parlare con Brahma (il Padre che è in segreto).
Un solo Padre Nostro pregato a dovere, e saggiamente combinato con la meditazione, è una vera opera di alta magia.
Un solo Padre Nostro pregato correttamente si fa in un'ora di tempo o poco più.
Dopo la preghiera bisogna saper attendere la risposta del Padre, e ciò significa saper meditare: tenere la mente quieta ed in silenzio, vuota da ogni pensiero, aspettando la risposta del Padre.
Quando la mente è quieta sia all’interno che all’esterno, quando la mente è in silenzio sia dentro che fuori, quando la mente si è liberata dal dualismo, allora arriva a noi il nuovo.
È necessario svuotare la mente da ogni tipo di pensiero, desiderio, passione, voglia, timore, ecc., perché giunga a noi l'esperienza del reale.
L'irruzione del Vuoto, l'esperienza del Vuoto Illuminante, è possibile solo quando l'essenza, l'anima, il buddhata, si libera dalla bottiglia intellettuale.
L'essenza è imbottigliata nel tremendo duellare degli opposti: freddo-caldo, piacere-dispiacere, sì-no, bene-male, gradevole-sgradevole.
Quando la mente è quieta, quando la mente è in silenzio, allora l'essenza rimane libera e giunge così l'esperienza del reale nel Vuoto Illuminante.
Prega, quindi, buon discepolo e poi, con la mente molto quieta ed in silenzio, vuota da ogni tipo di pensiero, attendi la risposta del Padre: «Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto»
Pregare è conversare con Dio, ed è veramente necessario imparare a conversare con il Padre, con Brahma.
Il tempio-cuore è la casa della preghiera.
Nel tempio-cuore si incontrano le forze che vengono dall’alto con le forze che vengono dal basso, formando così il sigillo di Salomone.
È necessario pregare e meditare profondamente.
Urge saper rilassare il corpo fisico affinché la meditazione sia corretta.
Prima di cominciare le pratiche combinate di orazione e meditazione, rilassate bene il corpo.
Pratica zodiacale
Il discepolo gnostico si sdrai in posizione supina, e cioè, disteso con le spalle al suolo o su un letto, le gambe e le braccia aperte a destra e a sinistra, a forma di stella a cinque punte.
La posizione a stella pentagonale è formidabile per il suo profondo significato, ma le persone che per qualsiasi circostanza non possono meditare in questa posizione, lo facciano allora nella postura d’uomo morto: talloni uniti, punte dei piedi divaricate, braccia lungo i fianchi senza piegarle.
Gli occhi devono essere chiusi perché le cose del mondo fisico non vi distraggano.
Il sonno, dovutamente combinato con la meditazione risulta indispensabile per il buon esito della pratica.
È necessario cercare di rilassare completamente tutti i muscoli del corpo e poi concentrare l'attenzione sulla punta del naso, finché non si sentono pienamente i battiti del cuore nell'organo dell'olfatto; si continua con l'orecchio destro fino a sentirvi le pulsazioni, poi la mano destra, il piede destro, il piede sinistro, la mano sinistra, l'orecchio sinistro e di nuovo il naso.
È necessario sentire appieno il battito del cuore separatamente in ognuno di questi organi mentre vi fissiamo l'attenzione.
Il controllo sul corpo fisico comincia con il controllo delle pulsazioni.
Il pulsare del cuore tranquillo si sente integralmente dentro l'organismo, come un tutt’uno, ma gli gnostici possono sentirlo a volontà in qualsiasi parte del corpo, sia sulla punta del naso, che in un orecchio, in un braccio, in un piede, ecc.
È dimostrato dalla pratica che acquisendo la capacità di regolare, di affrettare o di rallentare le pulsazioni, si possono affrettare o rallentare i battiti del cuore.
Il controllo del battito del cuore non può mai venire dai muscoli del cuore, ma dipende totalmente dal controllo delle pulsazioni; queste sono senza dubbio il “secondo battito” o grande cuore.
Il controllo delle pulsazioni, o controllo del secondo cuore, si ottiene totalmente con l'assoluto rilassamento di tutti i muscoli.
Mediante l'attenzione possiamo accelerare o rallentare le “pulsazioni del secondo cuore” ed i “battiti del primo cuore”.
Il samadhi, l'estasi, il satori, avvengono sempre con delle pulsazioni molto lente, e nel mahasamadhi le pulsazioni cessano.
Durante il samadhi, l'essenza, il buddhata, fugge dalla personalità; allora si fonde con l'Essere e giunge l'esperienza del reale nel Vuoto Illuminante.
Solo in assenza dell'io possiamo parlare col Padre, con Brahma.
Pregate e meditate, perché possiate ascoltare la voce del silenzio.
Il Leone è il trono del Sole, il cuore dello zodiaco.
Il Leone governa il cuore umano.
Il sole dell'organismo è il cuore.
Nel cuore le forze dell’alto si mischiano con quelle del basso, affinché quest’ultime si liberino.
Il metallo del Leone è l'oro puro; la pietra è il diamante; il colore è il dorato.
Nella pratica abbiamo potuto verificare che i nativi del Leone sono come i leoni: coraggiosi, iracondi, nobili, degni, costanti.
Tuttavia di gente ce n'è molta ed è chiaro che tra i nativi del Leone troviamo anche gli arroganti, gli orgogliosi, gli infedeli, i tiranni, ecc.
I nativi del Leone hanno attitudini ad organizzare, svilup-pano il sentimento e l’impetuosità del leone.
Le persone superiori di questo segno arrivano ad essere dei grandi paladini.
Il tipo mediocre del Leone è molto sentimentale ed iracondo, e sopravvaluta troppo le sue capacità.
In ogni nativo del Leone esiste sempre allo stato incipiente una mistica di per sé elevata; tutto dipende dal tipo di persona.
I nativi del Leone sono sempre predisposti a subire inci-denti alle braccia ed alle mani.
Tratto liberamente dal testo "Trattato esoterico di Astrologia Ermetica" di Samael Aun Weor
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